Santificazione delle relazioni d'amicizia per Tanquerey
Estratto dal libro
Compendio
di Teologia Ascetica e Mistica
ADOLFO TANQUEREY
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VERSIONE
ITALIANA
di FILIPPO TRUCCO
Prete della Missione
e del Cañco LUIGI GIUNTA
di FILIPPO TRUCCO
Prete della Missione
e del Cañco LUIGI GIUNTA
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L'amicizia può essere mezzo di
santificazione o serio ostacolo alla perfezione, secondo che è soprannaturale o
naturale e sensibile. Parleremo dunque:
·
1° delle vere amicizie;
·
2° delle amicizie false;
·
3° delle amicizie in cui c'è un misto di soprannaturale e di
sensibile.
Ne diremo la natura e i vantaggi.
595. A) Natura.
-- a) Essendo l'amicizia una mutua comunicazione tra due persone,
si specifica innanzi tutto secondo la varietà delle comunicazioni e la qualità
dei beni che si comunicano. Il che viene molto bene spiegato da
S. Francesco di Sales 595-2: "Quanto
più squisite saranno le virtù in cui comunicate, tanto più perfetta sarà
l'amicizia. Se comunicate in scienze, l'amicizia è certamente assai lodevole;
più lodevole ancora se comunicate in virtù, nella prudenza, nella moderazione,
nella fortezza, nella giustizia. Se poi la vostra mutua comunicazione riguarda
la carità, la devozione, la perfezione cristiana, oh Dio! quanto preziosa sarà
l'amicizia! Sarà eccellente perchè viene da Dio, eccellente perchè tende a Dio,
eccellente perchè ne è vincolo Dio, eccellente perchè durerà eternamente in
Dio! Oh! che buona cosa è amare sulla terra come si ama in cielo e imparare ad
averci in questo mondo quella reciproca tenerezza che ci avremo eternamente
nell'altro!"
La vera amicizia è dunque in generale
un'intima corrispondenza tra due anime per farsi scambievolmente del bene. Può
restare semplicemente onesta, se i beni che si comunicano sono di ordine
naturale. Ma l'amicizia soprannaturale è di ordine assai superiore. È
un'intima corrispondenza tra due anime che si amano in Dio e per Dio, a fine di
scambievolmente aiutarsi a perfezionar la vita divina che possedono. Fine
ultimo ne è la gloria di Dio, fine immediato il progresso spirituale, e Gesù il
vincolo di unione tra i due amici. Tal è il pensiero del Beato Etelredo: "Ecce
ego et tu et spero quod tertius inter nos Christus sit"; che il
Lacordaire traduce così: "Non posso più amar persona senza che l'anima
prenda posto dietro il cuore e che Gesù Cristo venga a fare il terzo in mezzo a
noi" 595-3.
596. b)
Perciò quest'amicizia, in cambio di essere appassionata, predominante,
esclusiva come l'amicizia sensibile, ha per doti la calma, il riserbo
e la mutua confidenza. È affetto calmo e moderato, appunto perchè
fondato sull'amor di Dio ne partecipa la virtù; onde è pure affetto costante,
che va crescendo, al rovescio dell'amore passionale che tende ad affievolirsi.
Ed è accompagnata da savio riserbo: in cambio di cercar familiarità e
carezze come l'amicizia sensibile, è piena di rispetto e di riservatezza,
perchè non desidera altro che comunicazioni spirituali. Questa riservatezza non
impedisce però la confidenza; mutuamente stimandosi e vedendo nella
persona amata un riflesso delle divine perfezioni, si prova per lei confidenza
grandissima, che è del resto reciproca; il che porta intime comunicazioni,
perchè si brama di partecipare alle soprannaturali doti dell'amico. Si
comunicano quindi i pensieri, i disegni, i desideri di perfezione. E bramando
di scambievolmente perfezionarsi, non si peritano di avvertirsi dei difetti e
di aiutarsi a correggerli. La mutua confidenza che regna tra i due amici
impedisce all'amicizia di diventare inquieta, affannosa, esclusiva; non si ha
per male che l'amico abbia altri amici, anzi se ne gode pel bene suo e per
quello del prossimo.
597. B)
È chiaro che tale amicizia presenta grandi vantaggi. a) La S. Scrittura
ne fa frequenti elogi: "Un amico fedele è tetto robusto, e chi lo trova ha
trovato un tesoro... l'amico fedele è balsamo vitale: Amicus fidelis
protectio fortis; qui autem invenit illum invenit thesaurum... Amicus fidelis,
medicamentum vitæ et immortalitatis" 597-1. Nostro Signore
ce ne diede l'esempio nell'amicizia che ebbe per Giovanni, il quale era
conosciuto per "l'amato da Gesù, quem diligebat Jesus" 597-2. S. Paolo
ha amici a cui porta profondo affetto; soffre della loro assenza e la sua più
dolce consolazione è di rivederli; così è inconsolabile perchè non trova Tito
al luogo convenuto, "eo quod non invenerim Titum fratrem meum" 597-3; si rallegra
appena lo ritrova: "Consolatus est nos Deus in adventu Titi... magis
gavasi sumus super gaudio Titi" 597-4. Si vede pure
quale affetto nutriva per Timoteo e quanto bene gli faceva la sua presenza e
che aiuto gli dava a farne anche agli altri; lo chiama quindi suo
collaboratore, suo figlio, suo carissimo figlio, suo fratello: "Timotheus
adjutor meus... filius meus... Timotheus frater... Timotheo dilecto filio" 597-5.
Anche l'antichità cristiana ci porge
illustri esempi di amicizia: uno dei più celebri è quello di S. Basilio e
di S. Gregorio Nazianzeno 597-6.
598. b)
Da questi esempi si deducono tre ragioni a mostrare quanto utile sia l'amicizia
cristiana, specialmente per il sacerdote di ministero.
1) Un amico è una tutela rispetto
alla virtù, protectio fortis. Noi sentiamo il bisogno d'aprire il cuore
a un intimo confidente; il direttore risponde talora a questo bisogno, ma non
sempre: la sua amicizia paterna è diversa dall'amicizia fraterna che
cerchiamo noi. Abbiamo bisogno d'un nostro pari con cui poter discorrere
con tutta libertà. Se non lo troviamo, correremo pericolo di far confidenze
biasimevoli a persone che non sempre riusciranno innocue per noi e per loro.
2) È pure un intimo consigliere a
cui apriamo volontieri i dubbi e le difficoltà e che ci aiuta a risolverli; è
un monitore savio e affettuoso, che, vedendoci all'opera e sapendo ciò
che si dice di noi, ci dirà la verità, facendoci così schivar talora molte
imprudenze.
3) È finalmente un consolatore,
che ascolterà amorevolmente il racconto delle nostre pene, e troverà nel suo
cuore le parole necessarie per addolcirle e confortarci.
599. Si
può chiedere se queste amicizie siano da approvarsi nelle comunità,
potendosi infatti temere che portino danno all'affetto che deve unire tutti i
membri e che generino gelosie. Bisogna certamente badare che tali amicizie non
rechino nocumento alla carità comune, e che siano non solo soprannaturali ma
tenute entro i giusti limiti fissati dai superiori. Con queste riserve, anche
coteste amicizie hanno i loro vantaggi, perchè i religiosi hanno essi pure
bisogno d'un consigliere, d'un consolatore e d'un monitore che sia insieme un
amico. Tuttavia anche nelle comunità, anzi più che altrove, bisogna
premurosamente evitare tutto ciò che può aver colore di falsa amicizia.
Ne esporremo la natura, i pericoli, i rimedi.
600. A)
La natura. a) Le false amicizie sono quelle che si fondano su doti
sensibili o frivole, mirando a godere della presenza e dei vezzi della persona
amata. È dunque in fondo mascherato egoismo, perchè si ama uno per il piacere
che si prova in sua compagnia. È vero che si è pronti a rendergli servizio ma
per il piacere che si prova a maggiormente affezionarselo.
b) S. Francesco
di Sales ne distingue tre specie: le amicizie carnali, che cercano i
diletti della voluttà; le amicizie sensuali, che si attaccano principalmente
alle doti esterne e sensibili, "come il diletto di veder la bellezza,
d'udire una voce soave, di toccare e simili" 600-1; le amicizie frivole,
fondate su certe vane qualità che le teste piccole chiamano virtù e perfezione,
come sarebbe di ballar bene, giocar bene, cantar bene, acconciarsi bene,
sorridere con grazia, aver grazioso l'aspetto.
601. c)
Queste specie di amicizie cominciano generalmente all'età della pubertà;
nascono dal bisogno istintivo che allora si prova di amare e di essere amati.
Sono spesso una specie di deviazione dell'amore sessuale: fuori delle comunità
tali amicizie si formano tra i giovani e le giovani, e quando vanno un po'
troppo oltre, prendono il nome di innamoramenti 601-1. Nelle comunità
chiuse si formano tra persone dello stesso sesso e si chiamano amicizie
particolari. Si provano talora anche in età più avanzata; così certi uomini
sentono affetto sensibile verso giovani che hanno giovanile e grazioso aspetto,
indole aperta e amabili maniere.
602. d)
I segni caratteristici onde si riconoscono le amicizie sensibili, si
desumono dall'origine, dallo sviluppo, dagli effetti.
1) Quanto all'origine, cominciano
repentinamente e fortemente, perchè provengono da simpatia naturale
e istintiva; si fondano su doti esterne e brillanti o che almeno paiono tali; e
sono accompagnate da emozioni vive e talora appassionate.
2) Nel loro sviluppo s'alimentano
di conversazioni talora di nessuna importanza ma affettuose, talora troppo intime
e pericolose; di sguardi frequenti, che, in certe comunità, suppliscono alle
conversazioni particolari; di carezze, di strette di mano espressive ecc.
3) Quanto agli effetti, sono
premurose, predominanti, esclusive; parebbe che debbano durare eterne; ma basta
una separazione a cui seguono altri affetti per troncarle spesso molto
bruscamente.
a) Sono uno dei
più grandi ostacoli al progresso spirituale: Dio, che non vuole saperne di
cuori divisi, comincia col fare interni rimprovero, e, se la sua voce non viene
ascoltata, si ritira a poco a poco dall'anima, privandola di lumi e di
consolazioni interiori. A mano a mano che queste affezioni crescono, si perde
il raccoglimento interiore, la pace dell'anima, il gusto degli esercizi
spirituali e del lavoro.
b) Onde perdite
considerevoli di tempo: il pensiero corre troppo spesso all'amico assente,
e impedisce l'applicazione della mente e del cuore alle cose serie e alla
pietà.
c) Sottentra il
disgusto e lo scoraggiamento; la sensibilità prende il sopravvento sulla
volontà che diventa debole e languida.
d) Sorgono allora
pericoli per la santa purità. Si vorrebbe bene contenersi nei limiti
dell'onestà, ma si pensa che l'amicizia dia certi diritti e si ammettono
familiarità sempre più sospette. È pendìo sdrucciolevole, e chi si espone al
pericolo finisce col soccombervi.
604. C)
Il rimedio sta nel combattere queste false amicizie fin dal principio,
vigorosamente e con mezzi positivi.
a) Fin dal
principio, essendo allora più facile perchè il cuore non è ancora
profondamente attaccato; con qualche energico sforzo vi si riesce, sopratutto
se si ha il coraggio di parlarne al confessore e accusarsi delle minime
debolezze. Aspettando, il distacco sarà assai più laborioso 604-1.
b) Ma, per
trionfare, occorrono provvedimenti radicali: "Tagliate, troncate,
spezzate; non basta scucire in queste folli amicizie, bisogna rompere o
troncare" 604-2. Quindi non
solo non si deve andare a cercare colui che si ama in questo modo, ma schivar
pure di pensare volontariamente a lui; e se talora non si può evitare di
trovarsi in sua compagnia, bisogna trattarlo con gentilezza e carità ma senza
fargli confidenze o dargli speciali segni d'affetto.
c) A meglio
riuscirvi si adoprano mezzi positivi, cercando di occuparsi e di immergersi più
attivamente che sia possibile nella pratica dei doveri del proprio stato; e
quando ciò non ostante si presenta alla mente il pensiero di colui che si ama,
se ne coglie occasione per fare un atto d'amore verso Nostro Signore, dicendo
per esempio: "Voi solo, o Gesù, io voglio amare, unus est dilectus
meus, unus est sponsus meus in æternum", A questo modo uno si
approfitta della stessa tentazione per maggiormente amar colui che solo si
merita il nostro cuore.
605. Avviene
talvolta che nelle nostre amicizie vi è un misto di naturale e di
soprannaturale. Si vuole veramente il bene soprannaturale dell'amico, ma
si desidera nello stesso tempo di goderne la presenza, la conversazione, e si
soffre troppo della sua assenza. Il che viene molto bene descritto da S. Francesco
di Sales 605-1:
"Si comincia con l'amor virtuoso, ma, se non si è molto prudenti, vi si
mescolerà presto l'amor frivolo, poi l'amor sensuale, poi l'amor carnale; sì,
vi è pericolo anche nell'amor spirituale se non si sta ben in guardia, benchè
in questo sia più difficile di prendere abbaglio, perchè la sua purezza e il
suo candore fanno rilevar meglio le sozzure che Satana ci vuol mescolare; onde,
quando vi si mette, lo fa con maggior astuzia, tentando di insinuarvi le
impurità quasi insensibilmente".
606. Qui
pure bisogna dunque vigilare sul proprio cuore e prendere mezzi efficaci
per non scivolare sul pericoloso pendìo.
a) Se predomina
l'elemento soprannaturale, l'amicizia si può conservare e fomentare purificandola.
Ma occorre prima di tutto astenersi da ciò che fomenta l'elemento troppo
sensibile, conversazioni frequenti e affettuose, familiarità ecc.; bisogna ogni
tanto sapersi privare di una visita, che sarebbe del resto legittima, e
troncare una conversazione che diventa ormai inutile. A questo modo si acquista
una certa padronanza sulla propria sensibilità e se ne schivano i pericolosi
traviamenti.
b) Se predomina
l'elemento sensibile, bisogna, per alquanto tempo, rinunciare a ogni
relazione particolare con quell'amico, fuori degli incontri necessarii; e in
tali incontri sopprimere ogni parola affettuosa. Si lascia così raffreddare la
sensibilità, aspettando che regni la calma nell'anima per riprendere le relazioni.
Le nuove relazioni assumono allora un tutt'altro carattere; che se avvenisse
altrimenti, bisognerebbe sopprimerle per sempre.
c) In ogni caso,
bisogna giovarsi di queste occasioni per rinvigorir l'amore a Gesù, protestando
che non si vuole amare che in lui e per lui, e rileggere spesso i due capitoli
VII e VIII del secondo libro dell'Imitazione di Cristo. Così le tentazioni ci
si convertono in occasione di vittoria.
"Principiis
obsta, sero medicina paratur
Cum mala per longas invaluere moras".