La settima ed ultima epoca della Chiesa, quella della Desolazione, che inizia con la nascita dell’Anticristo e dura fino alla fine del mondo.
Commento all'apocalisse
Beato Bartolomeo Holzhauser
Beato Bartolomeo Holzhauser
T. Vers.
14. E all'Angelo della Chiesa di Laodicea, scrivi: L’Amen, il testimone fedele
e verace, il principio della creazione di Dio. Il settimo ed ultimo stato della
Chiesa inizierà con la nascita dell’Anticristo e durerà fino alla fine del
mondo. Sarà un’epoca di desolazione, durante la quale avverrà la totale
apostasia dalla fede, come predetto in San Luca, al cap. 18: Ma quando il Figlio dell ’uomo verrà, troverà ancora la fede? In questo periodo si compirà l’abominazione della desolazione descritta
da S. Matteo al cap. 24, e da Daniele ai capp. Ile 12: E si consumerà il mondo e la parola della volontà di Dio. A questa epoca si adatta il settimo Giorno della Creazione del mondo,
nel quale Dio completò la sua opera e riposò in questo giorno da tutte le opere
che aveva intrapreso. Cfr, Gen. Cap. 2, Così nel settimo stato della Chiesa si
compirà la sua opera spirituale, che aveva stabilito di operare per mezzo del
suo Figlio Gesù. E riposerà quindi in eterno con tutti i suoi Santi. Alla
medesima epoca conviene il settimo dono dello Spirito Santo, ossia quello della
Scienza. In quel tempo infatti si apprenderà chiaramente, dopo che l’Anticristo
sarà stato abbattuto e gettato nell'inferno, che Gesù Cristo si era fatto Uomo,
e allora i Giudei restanti faranno penitenza. Come dice Daniele, inoltre, al
cap. 12, molteplice sarà allora la scienza sulla terra, quando apparirà il segno
del Figlio dell’uomo in ciclo c ogni occhio lo vedrà. A questo settimo stato
conviene pure la settima cd ultima età del mondo, quella in cui si avrà la fine
della creazione, per cui sarà anche l’ultima epoca della Chiesa. La figura di
questo periodo è la Chiesa di Laodicea, che significa ‘vomito’, e tale sarà
l’ultimo stato, perché, mentre l’Anticristo crescerà in età, la carità andrà
raffreddandosi, vi sarà la generale apostasia, si perturberanno i Regni,
sconvolti dalle guen-e intestine, gli uomini non ameranno altro che se stessi,
saranno accidiosi, tiepidi, mentre i pastori, ossia i Prelati e i Principi,
saranno mediocri, alberi autunnali, senza foglie e frutti di opere buone,
erranti come le meteore, nubi senza pioggia. E allora Cristo comincerà a
vomitare la sua Chiesa dalla sua bocca, e permetterà che Satana sia sciolto
ovunque e che il figlio di perdizione entri nel mondo.
Vers. 15. lo so le
tue opere. Con il consueto modo di esprimersi biasima qui le opere del settimo
stato, come è chiaro dalle parole che seguono: perché non sei né freddo, né caldo, ovvero non hai ne timor di Dio, né
fervore di carità, per il cui impulso tu possa seguire la giustizia e la verità
(metaforicamente freddo e caldo significano appunto quelle due virtù), poiché
negli ultimi giorni abbonderà l’iniquità, c si raffredderà la carità di molti,
come descritto in S. Matteo, cap. 24, v. 12. giustamente quindi quest’epoca
della Chiesa è definita né fredda, né calda. Oh fossi tu freddo, op- pur fervente! 11 modo desiderativo indica chc
Cristo Signore piange col suo paterno affetto questo stato della sua Chiesa,
come suole un padre od una madre piangere suo figlio, e lo sposo piangere la
sposa chc amava.
Vers. 16. Ma
poiché sei tiepido e non fervente, né freddo, sto per vomitarti dalla mia bocca. Langui c vieni meno nella fede,
nella speranza c nella carità, per cui non pratichi le opere della giustizia e
non osservi i miei precetti. Sto per
vomitarti dalla mia bocca: quello che viene sputato dalla bocca è di solito qualcosa di schifoso e
spiacevole, come soprattutto l’acqua tiepida, a cui con bella similitudine
viene paragonato il cristiano tiepido nella fede, nella speranza e nella
carità, e colui che non ha altro che il nome di cristiano. Per cui segue: Sto per vomitarti dalla mia bocca, ini- zierò a poco a poco a gettarti lontano da me, ad abbandonarti e
lasciarti cadere nell’eresia. Sto per
vomitarti dalla mia bocca, col permettere di essere conculcato dalle genti e dall’Anticristo, come
lo sputo e l’acqua tiepida, espulsa dalla bocca, è calpestata dai piedi. Il
popolo cristiano c nella bocca di Cristo per la fede alla sua parola e al
Vangelo, e lo vomita, quando permette che cada nell’eresia e nell’apostasia per
l'insipienza delle sue abominazioni. Questo Cristo comincerà a fare sul finire
della sesta epoca e continuerà nella settima, quando infatti la carità si
raffredderà e l’iniquità abbonderà, e vi sarà la generale apostasia.
Vers. 17.
Perché dici: Son ricco e mi
sono arricchito e non ho bisogno di nulla - e non sai che tu sei meschino e miserabile
e pitocco e cieco nudo?
Vers. 18. Ti
consiglio a comprar da me oro purgato col fuoco perché tu arricchisca, e vesti
bianche perché tu le indossi e non appaia la vergogna della tua nudità e
collirio da ungere i tuoi occhi perché tu ci veda. Con questa paterna riprensione
rivela i vizi e i difetti di quest’epoca, dando contemporaneamente il salutare
consiglio c l’opportuno rimedio per evitarli. Il primo vizio è una certa perversa
presunzione dello spirito e della propria sapienza, per cui in quei giorni gli
uomini accecati non sapranno riconoscere i loro peccati ed errori, cd
incalliti nei delitti, nei piaceri c nei loro errori si giustificheranno,
incapaci di accogliere la sana dottrina. Per questo qui Cristo parla così: Perché dici? Perché ti vanii falsamente e male
presumi, son ricco, ovvero dotato di perfette e magnifiche scienze, della giustizia e
della verità, c mi sono
arricchito, nella pratica e nell’esercizio di tutte le arti ed esperienze, come mai
altro secolo, e non ho bisogno
di nulla, ovvero nessuno ha da insegnarmi alcuna
cosa. Questo perverso spirito satanico hanno anche ai nostri giorni gli pseudopolitici
e i falsi cristiani, i quali, disprezzata ogni vera scienza e sana dottrina, ed
irrisi i pastori d’anime, si giustificano in ogni cosa, seguendo il loro amor
proprio c la loro malvagia volontà nella perdizione. Per cui segue: E non sai? Non riconosci che sei misero. Sei
misero per la tua cecità e mancanza della grazia e della vera luce, per cui sei
misero pure per la tua inimicizia con Dio, miseria più grande della quale non
può esserci, e quindi sei ancor più misero, perché non sai, ovvero non riconosci la miseria, in
cui ti trovi e non vuoi che Io, o altri, vi ponga rimedio, e sei miserabile per
il reato della pena, come conseguenza di quei peccati; e pitocco,
povero di meriti per i beni spirituali. che non possono acquisirsi da chi è
nemico di Dio; e cieco, perché non vedi e non riconosci i tuoi difetti, i vizi, la tua
povertà e miseria; e nudo, spogliato delle virtù della vera
fede, della speranza. della carità, giustizia e religione, poiché l’abito
delle virtù è il vestito c l’indumento dell’anima.
Il secondo vizio sarà la vana fiducia
nelle ricchezze, nei tesori, nei vasi d'oro, negli ornamenti e nelle
magnifiche costruzioni dei templi, nell’esterno splendore delle cose spirituali
e temporali, le quali tutte, poiché mancheranno della carità di Dio, non
piaceranno a Cristo Gesù, come i sacrifici dell’antica legge, eseguiti senza
misericordia, non furono accetti al Signore Dio. Tutte queste cose saranno
preda e bottino dell’Anticristo, che s’impossesserà dei tesori delle Chiese,
dei Re, dei Principi, dei ricchi, e conculcherà ogni cosa santa e sacra,
incendierà le chiese, distruggerà dalle fondamenta i magnifici palazzi, e farà
di tutte ciò un’estrema distruzione e profanazione, quale non vi fu mai, c
infine tutto brucerà col fuoco c ridurrà in cenere. Per cui segue il salutare
consiglio e la soave ammonizione di
Cristo: Ti consiglio in quanto già sei impegnato nel
combattimento, a comprar da me al posto di tutte quelle cose oro purgato col fuoco della carità c della celeste
sapienza con le opere di misericordia e le elemosine a vantaggio dei poveri e
dei santi, purgato, perché il tiranno non potrà
sottrarlo né alcuno potrà contraffarlo. Questo fece San Lorenzo e altri santi
di Dio. Quando infatti vedevano che incombeva il combattimento della loro morte
e l’ora della prova, distribuivano ai poveri tutti i tesori della Chiesa, e si
compravano l’oro purgato dalla fiamma della carità, con la quale fervorosi
andarono ad incontrare con gioia i roghi ardenti e le pene dei crudeli tiranni.
Così devono fare i servi di Dio, soprattutto in quei tempi di persecuzione,
poiché non vi sarà né occasione, né necessità, né alcuna possibilità
d’impiegare altrimenti l’oro, l’argento, i vasi, i tesori, come paternamente
li esorta in questo passo Cristo; perché
tu arricchisca, tesaurizzando con queste cose caduche e presto passeggere un tesoro nei
cieli, che nessuno potrà sottrarti, e non lo potrà in eterno. E vesti bianche perché tu le indossi, le vesti delle virtù e dei doni di Dio, che conseguono alle opere
della carità e della misericordia; e non appaia la vergogna della tua
nudità, ossia si scoprano i tuoi peccati, che sono
la nudità dell'anima, mentre la carità copre la moltitudine dei peccati. E collirio da ungere i tuoi occhi: il collirio è la medicina degli
occhi, gli occhi sono la memoria e l’intelletto dell’anima; questi divengono
ottusi e ciechi per la vista delle cose presenti. Questo collirio, che è la
medicina spirituale, con cui sanare quei due occhi c preservarli da quella
cecità, è la meditazione dei Novissimi, l’investigazione delle Sacre Scritture,
cose che ai soldati di Cristo in quei giorni saranno massimamente necessarie per
la futura crudeltà dei tormenti, per gli errori e gli inganni dei
pseudoprofeti, e per gli scandali e la generale apostasia dalla fede di Cristo,
per cui qui come assai salutarmente preavvisa, dicendo: E collirio da ungere i tuoi occhi perché
tu ci veda, applica gii occhi della mente, sia a ricordare sempre nel giorno della
tribolazione i novissimi che ti attendono, sia a studiare le Scritture, per
vedere la vanità delle cose presenti, la stabilità di quelle future, la
malvagità di quel che ti promette e con cui ti blandisce il tiranno, e la
falsità dei segni e dei prodigi che compirà allora.
Vers.
19. Io quanti amo,
li riprendo, come un Padre che corregge, ammonisce e punisce i suoi figli diletti
dei difetti che devono emendare e dei pericoli che devono evitare. E castigo,
permettendo che loro accadano in questa vita avversità, tribolazioni,
disavventure, persecuzioni e che cadano in potere di uomini empi. Il Salmista
dice al riguardo nel Salmo 65, v. 12: Ci hai
lasciato pestare il capo dagli uomini, siam passati per il fuoco e l'acqua, poi
ci hai menati fuori al refrige-
TU. Abbi dunque zelo e fai penitenza. Con queste parole Cristo propone ai
suoi soldati che vinceranno nell'ultima tribolazione due cose da imitare, ossia
il suo esempio e far penitenza. Abbi
dunque zelo, imita i buoni, i forti e sapienti mici soldati, che vinsero in una
simile persecuzione sotto Diocleziano e i suoi predecessori. E fai penitenza dei tuoi peccati, pentiti, ossia
sorgi presto dalle tue cadute, come fece il Papa S. Marcellino, chc per paura
della morte e dei tormenti aveva sacrificato agli idoli.
Vers. 20. Ecco io
sto all’uscio e picchio: se uno ascolta la mia voce e apre l’uscio, entrerò da
lui e cenerò con lui e lui in me. Queste parole contengono la venuta e la cena dell’Agnello alla quale ci
invita, dicendo: Ecco io sto
all’uscio e picchio. Si dice che Cristo sia all’uscio della sua Chiesa quando è prossimo a
venire per il giudizio e la rinnovazione del mondo. Picchierà in vero quando
gli uomini vedranno compiuti i segni e la tribolazione predetti in San Matteo
al cap. 24, dove aggiunge: Dall’albero
del fico apprendete quindi... così anche voi quando vedrete tutte queste cose,
sappiate che è vicino alle porte. Se uno ascolta la mia voce e apre
l’uscio: in quei giorni vi saranno due voci, quella
vera di Cristo, e quella falsa ed empia deH’Anticristo e dei suoi seguaci, che
lo proclamerà il Messia. Contro questa voce ci avverte Cristo in San Matteo al
cap. 24: Allora, se qualcuno vi dirà: Ecco
qui è il Cristo, o lì, non gli credete. L’altra
voce è quella di Cristo, che si contiene nella Sacra Scrittura, chc dice chc
lui è il vero Messia e il Figlio di Dio. Questa voce sarà fatta risuonare dalla
bocca di Enoch ed Elia e degli altri servi di Dio, che resisteranno allora all'Anticristo
c predicheranno che Gesù Cristo è il vero Messia, Dio e Uomo, chc si è
incarnato. Dice quindi appropriatamente: Se uno ascolta la mia voce e apre
l’uscio del suo cuore per la fede in me, entrò in lui colla grazia della
consolazione in tutti i tormenti e le avversità. Entrerò da lui e cenerò con lui e lui
in me. La cena corporale è la refezione dell’uomo prima di dormire, quella
spirituale è il conforto dell’anima prima della morte. In questo senso dice: Cenerò con lui, lo ricreerò e lo conforterò in
morte con la grazia della perseveranza, e lui in me, ossia persevererà in tutti i tormenti
fino al sopraggiungere della morte.
Vers. 21. Chi
vince il mondo, la carne, il diavolo c la morte, gli darò di seder con me sul mio trono,
come anch ’io ho vinto e mi son seduto col Padre mio sul suo trono. Si promette con queste parole ai
soldati di Cristo, chc nell’ultimo combattimento di questo mondo vinceranno il
potere e la dignità di giudicare i vivi e i morti, come Cristo promise agli
Apostoli in S. Matteo, cap. 19: In
verità vi dico, voi che mi avete seguito nella rigenerazione, quando il Figlio
dell'uomo sederà sul trono della sua gloria, sederete anche voi sopra dodici
toni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Cosi
anche qui promette ai suoi servi, a motivo della difficoltà della vittoria che
conseguiranno in quella estrema persecuzione e tribolazione, la massima
dignità dei cieli, che è il potere giudiziario, chc viene indicata
nell’espressione ‘sedere sul trono’.
Chi ha
orecchie, ascolti che cosa lo Spirito dice alle Chiese. Questo già è stato spiegato. Per
cui qui finisce il Primo Libro.