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Müller: custode del deposito di esperienza apostolica?



Unavox
Il disastro Müller
di Christopher A. Ferrara
Articolo pubblicato su Catholic Family News


Non ci sono alternative: umanamente parlando, la nomina di Papa Benedetto del vescovo di Ratisbona Gerhard Ludwig Müller a capo della Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) è un disastro per la causa della restaurazione cattolica nel contesto della devastata vigna del post Vaticano II che ha “rinnovato” la Chiesa.

A mio avviso, il problema non è tanto che gli scritti di Müller contengano delle dichiarazioni che minano i dogmi della transustanziazione e della perpetua verginità di Maria. Lascerò ad altri il compito di accertare, sulla base dell’opportuno esame dei testi originali tedeschi visti  nel loro contesto, se Müller abbia espresso eresie definitive, proposizioni temerarie o qualche tipo di errore teologico.
Per quanto mi riguarda, gli ultimi scritti di Müller non sono più o meno problematici delle numerose sorprendenti dichiarazioni che si possono trovare nei lavori dell’ex cardinale Ratzinger, che sono state esaminate nel mio libro The Great Façade e in molti altri lavori. Per esempio, vi è l’affermazione del cardinale Ratzinger in Introduzione al Crisianesimo, ove si dice (Queriniana, Brescia, 1986, p. 296): «Paolo [San Paolo] afferma dottrinalmente non la risurrezione dei corpi, bensì quella delle persone». No, non lo fa! Egli afferma che saranno esattamente i nostricorpi fisici – trasfigurati, certo – che sorgeranno dalla tomba nel giorno del Giudizio. Ed è quello che afferma la nostra fede sulla resurrezione del corpo, e non della “persona”.
[su questo argomento si vedano gli studi di Mons. Tissier de Mallerais: La fede in pericolo per la ragione e Il mistero della Redenzione secondo Benedetto XVI]

La preoccupazione più immediata riguardo a Müller è che, come capo della CDF, sarà responsabile del processo di “regolarizzazione” della Fraternità San Pio X, sulla base di un “Preambolo dottrinale” che è stato oggetto di interminabili negoziati ed emendamenti, più adatti ad un accordo ad alto livello di fusione ed acquisizione societaria che al semplice riconoscimento del dato reale che gli aderenti alla FSSPX sono cattolici e che quindi non ci dovrebbe essere alcun indugio.

Nel 2009, al giornale tedesco Zenit-online, Müller ha dichiarato: «La Fraternità San Pio X deve ritornare interamente sul terreno della Chiesa cattolica e riconoscere l’autorità del Papa, le decisioni del Concilio Vaticano II e l’attuale legge della Chiesa. Se lo fa, accetta anche che il seminario di Zaitzkofen ricada sotto la supervisione della diocesi di Ratisbona. Il seminario dovrebbe essere chiuso e gli studenti – se sono idonei - dovrebbero andare in un seminario del loro paese d’origine».

Questo è l’uomo che è stato scelto per sovrintendere al processo di “regolarizzazione” della Fraternità. In realtà sembra che cercherà di distruggerla!
E mentre Müller dichiara che i cattolici aderenti alla FSSPX devono “riconoscere l’autorità del Papa” – cosa che questi fanno già – contemporaneamente rende omaggio ai membri delle assortite denominazioni protestanti come facenti parte della Chiesa! Afferma infatti: «Il battesimo è il segno fondamentale che ci unisce sacramentalmente in Cristo e che ci presenta come una sola Chiesa di fronte al mond. Perciò noi cristiani cattolici ed evangelisti siamo già uniti anche in quella che chiamiamo Chiesa visibile».

Questo è puramente e semplicemente un falso insegnamento.
Secondo quanto dichiarava il Papa Pio XI solo 34 anni prima del Vaticano II, nella Mortaliumanimos che condannava il nascente “movimento ecumenico”, il Concilio avrebbe inspiegabilmente accolto un disastroso errore di giudizio prudenziale:
Essendo il corpo mistico di Cristo, cioè la Chiesa, uno, ben connesso e solidamente collegato, come il suo corpo fisico, sarebbe grande stoltezza dire che il corpo mistico possa essere il risultato di componenti disgiunti e separati. Chiunque perciò non è con esso unito, non è suo membro né comunica con il capo che è Cristo. Orbene, in quest’unica Chiesa di Cristo nessuno si trova, nessuno vi resta senza riconoscere e accettare, con l’ubbidienza, la suprema autorità di Pietro e dei suoi legittimi successori. 

Come per confermare il suo falso insegnamento con i fatti, Müller ha recentemente somministrato una “benedizione” congiunta con un “vescovo” luterano, che in realtà non è altro che un laico in costume da vescovo ed è del tutto privo dell’Ordine sacro, esattamente come la “chiesa” luterana non rienta nella successione apostolica, interrotta con la rivolta di Lutero.
Ecco Müller al lavoro:


Questo “vescovo” luterano, tra l’altro, appartiene alla Chiesa Evangelica di Germania (EKD): una federazione di luterani, calvinisti ed altri consimili “corpi ecclesiali”, all’interno della quale vengono ordinate delle donne “vescove”. Una di queste ridicole “vescovesse”, Margot Kaessman, si è dimessa di recente, dopo essere stata arrestata per guida in stato di ubriachezza, ma ovviamente, secondo l’Ecumenical News international [ENI] continuerà ad essere una “pastora”.

Quindi, adesso ci ritroviamo a capo della Congregazione che rappresenta la più alta autorità dottrinale della Chiesa, un prelato che sostiene che i cattolici del tutto ortodossi della Fraternità San Pio X non sono veramente cattolici, mentre si compiace di farsi vedere a fianco di un falso vescovo luterano mentre impartisce insieme a lui la benedizione – un cosa che non sarebbe neanche passata per la mente ad uno dei veri vescovi della Fraternità, che lui tratta da paria.

Le buffonate di Müller sono esattamente ciò che Suor Lucia intende con “diabolico disorientamento” nella Chiesa. Questo genere di cose sono tipiche di quella ecumenico-mania che ha travolto la Chiesa a partire dal Concilio.
Non è la Fraternità che abbisogna di “relogarizzazione”, quanto piuttosto l’apparato vaticano e gran parte dell’alta gerarchia che hanno chiaramente smarrito la loro strada. Intendo dire che per prima cosa Müller dovrebbe regolarizzare se stesso!
Fu il cardinale Luigi Ciappi, teologo personale di quattro papi, tra i quali Giovanni Paolo II, che un giorno mise sull’avviso: «Nel Terzo Segreto [di Fatima] viene predetto, tra molte altre cose, che la grande apostasia nella Chiesa inizierà dall’alto».  E questo è quello a cui abbiamo assistito esattamente a partire da quel fatidico 1960, quando il terzo segreto avrebbe dovuto essere rivelato per la nostra sicurezza e come guida durante la crisi ecclesiale senza precedenti che sarebbe sopraggiunta.

Nostra Signora di Fatima, intercedi per noi!



settembre 2012

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