Anche noi possiamo essere "ante-Papa" e rimanere buoni cattolici ?
Attraverso questi panegirici del Vaticano, abbiamo imparato che possiamo essere aperti per l'aborto, l'eutanasia, i matrimoni gay, essere contro le decisioni magisteriale e di rimanere ancora buoni cattolici che amano la Chiesa e servono la "parola". Voglio dire che anche noi possiamo essere "ante-Papa" e ricevere il panegírico della gerarchia. Impariamo ancora che già non ci sono pastori, pecore, lupi, cani e maiali, solo che c'è un uomo che è naturalmente buono, dal momento che, nato con la dignità della persona umana e non la perde per nessun motivo.
Sotto più panegirici per il cardinale Martini, e che Dio abbia pietà della anima di lui, che non è per nulla un esempio per la Chiesa .
http://www.osservatoreromano.va/portal/dt?JSPTabContainer.setSelected=JSPTabContainer%2FDetail&last=false=&path=/news/vaticano/2012/202q12-Il-Papa-ricorda-il-cardinale-Martini-in-un-.html&title=Homem%20de%20Deus%C2%A0%20que%20amou%20a%20Palavra%20e%20serviu%20a%20Igreja&locale=it
Il Papa ricorda il cardinale Martini in un messaggio letto durante i funerali celebrati nel duomo di Milano
Uomo di Dio che ha amato la Parola
e servito la Chiesa
Il cardinale Angelo Comastri, arciprete della basilica di San Pietro e vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, ha partecipato in rappresentanza di Benedetto xvi ai funerali del cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo emerito di Milano, svoltisi nel pomeriggio di lunedì 3 settembre, nel duomo ambrosiano. La messa è stata presieduta dal cardinale arcivescovo Angelo Scola, che ha tenuto l’omelia (della quale pubblichiamo integralmente il testo in questa pagina). All’inizio della celebrazione il cardinale Comastri ha letto un messaggio nel quale il Pontefice si unisce alla preghiera per il porporato scomparso ricordandolo come «instancabile servitore del Vangelo e della Chiesa» e come «uomo di Dio» che ha studiato e amato la Scrittura.
Cari fratelli e sorelle,
in questo momento desidero esprimere la mia vicinanza, con la preghiera e l’affetto, all’intera Arcidiocesi di Milano, alla Compagnia di Gesù, ai parenti e a tutti coloro che hanno stimato e amato il Cardinale Carlo Maria Martini e hanno voluto accompagnarlo per questo ultimo viaggio.
«Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino» (Sal 118[117], 105): le parole del Salmista possono riassumere l’intera esistenza di questo Pastore generoso e fedele della Chiesa. È stato un uomo di Dio, che non solo ha studiato la Sacra Scrittura, ma l’ha amata intensamente, ne ha fatto la luce della sua vita, perché tutto fosse «ad maiorem Dei gloriam», per la maggior gloria di Dio. E proprio per questo è stato capace di insegnare ai credenti e a coloro che sono alla ricerca della verità che l’unica Parola degna di essere ascoltata, accolta e seguita è quella di Dio, perché indica a tutti il cammino della verità e dell’amore. Lo è stato con una grande apertura d’animo, non rifiutando mai l’incontro e il dialogo con tutti, rispondendo concretamente all’invito dell’Apostolo di essere «pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi» (1 Pt 3, 15). Lo è stato con uno spirito di carità pastorale profonda, secondo il suo motto episcopale, Pro veritate adversa diligere, attento a tutte le situazioni, specialmente quelle più difficili, vicino, con amore, a chi era nello smarrimento, nella povertà, nella sofferenza.
In un’omelia del suo lungo ministero a servizio di questa Arcidiocesi ambrosiana pregava così: «Ti chiediamo, Signore, che tu faccia di noi acqua sorgiva per gli altri, pane spezzato per i fratelli, luce per coloro che camminano nelle tenebre, vita per coloro che brancolano nelle ombre di morte. Signore, sii la vita del mondo; Signore, guidaci tu verso la tua Pasqua; insieme cammineremo verso di te, porteremo la tua croce, gusteremo la comunione con la tua risurrezione. Insieme con te cammineremo verso la Gerusalemme celeste, verso il Padre» (Omelia del 29 marzo 1980).
Il Signore, che ha guidato il Cardinale Carlo Maria Martini in tutta la sua esistenza accolga questo instancabile servitore del Vangelo e della Chiesa nella Gerusalemme del Cielo. A tutti i presenti e a coloro che ne piangono la scomparsa, giunga il conforto della mia Benedizione.
Da Castel Gandolfo, 3 Settembre 2012
Benedictus PP. XVI
4 settembre 2012
[parola chiave: Benedetto XVI | Collegio cardinalizio]
Padre Lombardi: il cardinale Martini, un grande evangelizzatore
L'annuncio del Vangelo è stato al centro dell'opera del cardinale Martini. Ascoltiamo in proposito il direttore della Sala Stampa vaticana, il padre gesuita Federico Lombardi:
La morte del cardinale Carlo Maria Martini è un evento che suscita grande emozione ben aldilà dei confini della pur vastissima Archidiocesi di Milano, che ha governato per 22 anni. Si tratta infatti di un vescovo che con la sua parola, i suoi numerosi scritti, le sue innovatrici iniziative pastorali ha saputo testimoniare e annunciare efficacemente la fede agli uomini del nostro tempo, guadagnandosi la stima e il rispetto di vicini e lontani, ispirando nell’esercizio del loro ministero tanti confratelli nell’episcopato in molte parti del mondo.
La formazione e la personalità di Martini erano quelle di un gesuita studioso della Sacra Scrittura. La Parola di Dio era il punto di partenza e il fondamento del suo approccio ad ogni aspetto della realtà e di ogni suo intervento, gli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio di Loyola la matrice della sua spiritualità e della sua pedagogia spirituale, del rapporto continuo, diretto e concreto, fra la lettura della Parola di Dio e la vita, del discernimento spirituale e della decisione alla luce del Vangelo.
Fu coraggiosa intuizione di Giovanni Paolo II mettere la ricchezza culturale e spirituale di colui che era stato fino allora uno studioso, Rettore del Biblico e poi della Gregoriana, al servizio del governo pastorale di una delle diocesi più grandi del mondo. Il suo fu uno stile di governo caratteristico. Nel suo recente ultimo piccolo libro – “il Vescovo” – Martini scrive: “Non pensi il vescovo di poter guidare efficacemente la gente a lui affidata con la molteplicità delle prescrizioni e dei decreti, con le proibizioni e i giudizi negativi. Punti invece sulla formazione interiore, sul gusto e sul fascino della Sacra Scrittura, presenti le motivazioni positive del nostro agire secondo il Vangelo. Otterrà così molto di più che non con rigidi richiami all’osservanza delle norme”. E’ un’eredità preziosa, su cui riflettere seriamente quando cerchiamo le vie della “nuova evangelizzazione”.
L'annuncio del Vangelo è stato al centro dell'opera del cardinale Martini. Ascoltiamo in proposito il direttore della Sala Stampa vaticana, il padre gesuita Federico Lombardi:
La morte del cardinale Carlo Maria Martini è un evento che suscita grande emozione ben aldilà dei confini della pur vastissima Archidiocesi di Milano, che ha governato per 22 anni. Si tratta infatti di un vescovo che con la sua parola, i suoi numerosi scritti, le sue innovatrici iniziative pastorali ha saputo testimoniare e annunciare efficacemente la fede agli uomini del nostro tempo, guadagnandosi la stima e il rispetto di vicini e lontani, ispirando nell’esercizio del loro ministero tanti confratelli nell’episcopato in molte parti del mondo.
La formazione e la personalità di Martini erano quelle di un gesuita studioso della Sacra Scrittura. La Parola di Dio era il punto di partenza e il fondamento del suo approccio ad ogni aspetto della realtà e di ogni suo intervento, gli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio di Loyola la matrice della sua spiritualità e della sua pedagogia spirituale, del rapporto continuo, diretto e concreto, fra la lettura della Parola di Dio e la vita, del discernimento spirituale e della decisione alla luce del Vangelo.
Fu coraggiosa intuizione di Giovanni Paolo II mettere la ricchezza culturale e spirituale di colui che era stato fino allora uno studioso, Rettore del Biblico e poi della Gregoriana, al servizio del governo pastorale di una delle diocesi più grandi del mondo. Il suo fu uno stile di governo caratteristico. Nel suo recente ultimo piccolo libro – “il Vescovo” – Martini scrive: “Non pensi il vescovo di poter guidare efficacemente la gente a lui affidata con la molteplicità delle prescrizioni e dei decreti, con le proibizioni e i giudizi negativi. Punti invece sulla formazione interiore, sul gusto e sul fascino della Sacra Scrittura, presenti le motivazioni positive del nostro agire secondo il Vangelo. Otterrà così molto di più che non con rigidi richiami all’osservanza delle norme”. E’ un’eredità preziosa, su cui riflettere seriamente quando cerchiamo le vie della “nuova evangelizzazione”.