Il discernimento di un bravo figlio di San Francesco
Approfondimenti di Fides Catholica
Per un discernimento degli spiriti: "Spirito Francescano", “Spirito del Concilio” e “Spirito di Assisi”
L'ultimo
editoriale di "Annales Franciscani" (rivista di studi francescani a
cura dei Francescani dell'Immacolata) è stato dedicato dal P. Paolo M.
Siano, direttore della rivista, ad un'analisi di tre spiriti diversi ma
accomunati da soggettivismo e relativismo: un presunto spirito
francescano che s'accompagna allo spirito del Concilio, che viene letto
finalmente alla luce dello spirito di Assisi. Di che spiriti si tratta?
Riportiamo un estratto dell'editoriale. Si può leggere la versione completa qui
L’autore osserva che in ambienti francescani:
«Si
riscontrano anche idee e tendenze che, forse maggiormente, polarizzano,
l’attenzione di molti frati: filo-islamismo, filo-orientalismo e
anti-integrismo cattolico. Tutto ciò rientra nei contenuti di un preteso
e frainteso “spirito del Concilio (Vaticano II)” (di sicuro, “spirito”
di vari Padri Conciliari, progressisti o liberali), che a sua volta si
fonde con un vago “spirito di Assisi”».
Quando alcuni dicono che bisogna opporsi all’«integrismo» cattolico, cosa intendono con ciò?
L’autore si chiede:
«Il
“tradizionalismo” sedevacantista, il “tradizionalismo” catto-esoterico
(di élite massoniche che sanno giocare quasi contemporaneamente la parte
di tradizionalisti e di progressisti), oppure quei sani movimenti,
gruppi e Istituti clericali e religiosi, che zelano la Fede, il Dogma e
la Tradizione Cattolica?».
«Esiste
però anche un integralismo “alla rovescia” (ossia progressista) che
pretende di fissare infallibilmente, definitivamente e irreformabilmente
Teologia-Liturgia-Pastorale-Vita Religiosa alla situazione
post-conciliare degli anni ’60-’70! Insomma, un vero e proprio
“fissismo” alla rovescia che non intende arretrare, né farsi un
bell’esame di coscienza sui vari “frutti” prodotti ampiamente in questi
anni a livello di Teologia, Morale, Pastorale, Liturgia... [...]
Purtroppo tali “frutti” amari e velenosi non sono limitati a “frange”
marginali del mondo cattolico, bensì molto estesi a varie fasce della
nostra cristianità, specialmente europea».
[...]
«In
realtà, se diamo uno sguardo alla letteratura molto in voga in ambienti
ecclesiali maggioritari, riscontriamo che il presunto “tradizionalismo”
non è quel grave pericolo come qualcuno ritiene. Al contrario, il
grande pericolo intra-ecclesiale è oggigiorno il neo-modernismo.
In
ambienti teologici (“maggioritari”), molto impegnati nel campo
ecumenico e sociale, si percepisce facilmente il disamore, la disistima
nei confronti del Dogma cattolico. Sulla scia del teologo eterodosso
Hans Küng (ideatore della Fondazione Weltethos) si va alla ricerca di
un’etica globale e mondiale che vada bene per i membri di tutte le
religioni... Un’etica che converge sull’uomo e sul pianeta Terra... Un
minimo etico per assicurare la pace e la sopravvivenza degli uomini e
della terra...[1].
Questo
tentativo antropocentrico, se può arrecare forse qualche “pace”, in
realtà finisce con l’ostacolare e soffocare l’autentica evangelizzazione
e l’annuncio chiaro della Fede e del Dogma cattolico. Tale
antropocentrismo etico fa perdere di vista le esigenze della Verità,
della Fede e della Missione. Col pretesto di non essere o di non
sembrare fondamentalisti o tradizionalisti, ci si limita al minimo etico
e teologico...
Una
tale mentalità suppone, o per lo meno implica, l’indifferentismo e il
relativismo. Una tale mentalità è tipica della Loggia Massonica. Non
sorprende allora che nel 2007 Hans Küng abbia ricevuto un premio
culturale dalla Gran Loggia degli Antichi Liberi e Accettati Muratori di
Germania, una delle 5 Grandi Logge Unite di Germania (Vereinigte
Großlogen von Deutschland - VGLvD), ossia la Massoneria tedesca regolare[2].
In quell’occasione, in esplicito contrasto con il Magistero
ecclesiastico, Küng ha affermato la compatibilità tra Massoneria e Fede
cristiana e che si può essere cristiano e massone[3]».
[...]
«Altri
analisti ecclesiali auspicano una Chiesa che dia più autonomia ai laici
secondo le intenzioni del Vaticano II, una Chiesa con il grembiule, una
Chiesa che deve fare un passo indietro ed essere super partes...[4].
Tali slogan girano da decenni in ambienti ecclesiali italiani e non di
rado tali slogan sono animati da uno spirito moderno e secolare che
implica una qual certa disaffezione verso Dogmi, Verità di fede e di
morale, Devozione, Tradizione, Sacra Liturgia... Insomma un
cristianesimo “socialista” che rischia di identificare (hegelianamente)
l’essere al fare e allivella dogma, morale e liturgia secondo le
tendenze del mondo... Questa impressione è piuttosto avvalorata da ciò
che si vede e si sente negli ambienti suddetti...»
Circa l’evento “di Assisi” 1986:
«L’evento
assisano voluto da Papa Giovanni Paolo II dev’essere letto
semplicemente come un fatto diplomatico e contingente, e non invece come
pietra di fondamento su cui reimpostare dogma, morale e vita
spirituale».
[...]
«Certamente
Papa Woytila, con la sua “politica” di ecumenismo e di dialogo
interreligioso non intendeva affatto trasmettere un messaggio
relativista; eppure l’enfasi mass-mediatica, e vari gruppi di “potere”
teologico e culturale, in vario modo, sono riusciti a far comprendere un
tale messaggio (contro-evangelico) non solo a molti del “popolino”,
bensì anche a sacerdoti, religiosi e – come vedremo tra poco – anche a
teologi».
Dopo aver illustrato e commentato alcuni articoli sullo “spirito assisano”, l’autore termina così il suo Editoriale:
«[...]
Quel che è certo è che, nel campo cattolico, in questi ultimi decenni è
aumentata la confusione di idee e ciò è ben dimostrato da vari
elementi, tra cui: 1) la necessità di pubblicare l’istruzione Dominus
Jesus (06-08-2000); 2) i vari articoli sopracitati, oggettivamente
irenisti.
Per
concludere, ci auguriamo che tutti i Francescani impegnati (per diletto
o “per forza”, per iniziativa personale o per obbedienza) nello
“spirito di Assisi”, sappiano non solo coltivare l’accoglienza e la pace
verso i non-cattolici, ma ricordino a se stessi (anzitutto) e ai
fratelli cattolici loro affidati (frati, suore, monache, laici,
parrocchiani) il dovere primario di testimoniare chiaramente i Dogmi e
le verità della Fede Cattolica, l’unica vera religione[5].
Anche in questo il Serafico Padre san Francesco e i Santi e Martiri Francescani ci fanno da maestri. Regina Ordinis Seraphici, ora pro nobis!».
P. Paolo M. Siano, FI
[1]
Cf. A. Valle - F. Corazzina, Etica globale per il futuro dell’umanità,
in Famiglia Cristiana, Anno XXXIII, N° 9, Settembre 2011, pp. 16-19.
http://www.freimaurerei.de/begruendung-hans-kueng.html, websites visi-tati il 05-04-2012.
[3] http://www.freimaurerei.de/rede-von-hans-kueng.html, website visi-tato il 05-04-2012.
[4] Cf. Famiglia Cristiana, N° 9, Settembre 2011, p. 111.
[5]
Nella dichiarazione Dignitatis humanae, 1 (Conc. Vat. II), leggiamo:
«Questa unica vera religione crediamo che sussista nella Chiesa
cattolica e apostolica, alla quale il Signore Gesù ha affidato la
missione di comunicarla a tutti gli uomini, dicendo agli apostoli:
“Andate dunque, istruite tutte le genti battezzandole nel nome del Padre
e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto
quello che io vi ho comandato” (Mt 28,19-20). E tutti gli esseri umani
sono tenuti a cercare la verità, specialmente in ciò che concerne Dio e
la sua Chiesa, e sono tenuti ad aderire alla verità man mano che la
conoscono e a rimanerle fedeli» (http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii-_vatican_council/documents/vat-ii_decl_19651207_dignitatis-humanae-_it.html).