Un Concilio convocato per rendere più accessibile la dottrina cattolica per l'uomo moderno?


I Concilio Vaticano II è stato convocato per rendere più accessibile la dottrina cattolica per l'uomo moderno. Ma per noi cattolici, la dottrina cattolica, con il bisogno di fare la sua interpretazione alla luce della tradizione e della ermeneutica della continuità, è diventata inaccessibile. In tutta tradizione della Chiesa, un concilio ecumenico si intende alla luce del Magistero (e nessuno dei 20 precedenti Concili, aveva bisogno di una ermeneutica della continuità). Ora, la cosa più difficile, è capire come il Concilio ha voluto rendere più accessibile la dottrina cattolica, e adesso la tradizione cattolica in cui è contenuta l'intera dottrina della Chiesa, diventa il mezzo di comprensione del Concilio. Hanno capito il problema?

Sotto, un testo con la mentalità dei Padri conciliari della Nouvelle Theologie ...



L’abbattimento dei bastioni
       Non c'e' da stupirsi che i peggiori nemici della Chiesa siano assai felici per l'orientamento del Concilio ed i cambiamenti radicali che esso ha introdotto. Non vi è inoltre dubbio sulla loro gioia nel vedere il catastrofico e repentino collasso della struttura ecclesiastica in ogni suo ufficio, dopo il Vaticano II. Ogni statistica disponibile al pubblico mostra che ai drammatici e repentini cambiamenti portati avanti dal Vaticano II hanno fatto seguito altrettanto drammatici e subitanei tracolli nel numero di preti e religiosi, in quello delle nuove ordinazioni, dei nuovi seminaristi e in quello delle conversioni e dei battesimi. Subito dopo il Vaticano II, almeno50.000 sacerdoti lasciarono il loro incarico, ed oggi stesso siamo nella situazione in cui vi sono circa 50.000 sacerdoti Cattolici in meno rispetto a 31 anni fa. Nel 1997 sono stati celebrati meno battesimi negli Stati Uniti di quelli celebrati nel 1970.1
       Persino il Cardinale Ratzinger ha detto che il “continuo processo di decadenza, è avvenuto fondamentalmente sulle basi delle richieste del Concilio, e quindi ha screditato il Concilio agli occhi di molte persone”.2 Ma il Cardinale Ratzinger, insieme agli altri che hanno presenziato a questa debacle, insiste in maniera quasi incredibile nel pretendere che la Chiesa debba continuare sulla strada del nuovo orientamento, dato dal Vaticano II:
       Questo vuol dire che il Concilio in se debba essere confutato? Certamente no. Vuol dire solo che la vera accettazione del Concilio non è in realtà mai veramente cominciata. Quello che ha rovinato la Chiesa dopo il Concilio non è stato il Concilio stesso, ma il rifiuto di accettarlo ... l'obiettivo quindi è quello di scoprire il vero concilio e di approfondirne le sue vere intenzioni — alla luce dell'esperienza corrente, non di sopprimerlo.3
       Continuando su questa linea, e citando a suo vantaggio uno dei teologi neo modernisti che più hanno aiutato a produrre questo stato di calamità nella Chiesa, il Cardinale Ratzinger ha dichiarato:
       Il fatto è che come disse Hans Urs von Balthasar già nel 1952 … essa [la Chiesa] deve abbandonare molte delle cose che le hanno fin qui dato sicurezza e che ha considerato come date per scontato. Essa deve abbattere gli antichi bastioni ed affidarsi solamente allo scudo della fede.4
      
 L'appello di Ratzinger affinché la Chiesa “abbatta i suoi antichi bastioni” è forse la confessione più incriminante tra tutte quelle che riguardano il nuovo orientamento rivoluzionario, adottato dalla Chiesa sin dal Concilio Vaticano II. Perché il Cardinale, usando le parole “bastioni di lunga data”, si riferiva ovviamente alle tradizionali difese che la Chiesa ha da sempre usato contro i propri nemici — un qualcosa che il cardinale stesso descrive con condiscendenza come “molte delle cose che le hanno fin qui dato sicurezza e che Essa [la Chiesa] ha considerato come ritenute per certe”. Il cardinale ammette il suo desiderio di veder abbattutequelle stesse difese che hanno dato alla Chiesa la propria sicurezza! Per il modo di vedere del cardinale, piuttosto strano, la Chiesa dovrebbe affidarsi “solamente allo scudo della fede”. Ma cosa vuol dire? Com'è possibile mantenere salda la propria fede se non è tenuta al sicuro da quegli antichi bastioni che il cardinale vorrebbe abbattere?
       Citando poi il “nuovo teologo” Hans Urs von Balthasar a suo vantaggio come pretesa di “abbattere i bastioni”, il Cardinale benedice sostanzialmente la “nuova teologia”, nella suo progetto a sradicare la tradizionale teologia ecclesiastica, con le sue chiari e precise definizioni delle verità, a cui i Cattolici devono credere. Nel suo appello affinché gli “antichi bastioni” vengano abbattuti, si può intravedere chiaramente un “desiderio di distruggere”. La frase è stata presa da un libro dello scrittore Cattolico Atila Sinke Guimarães, intitolato Animus Delendi (“desiderio di distruggere”). Guimarães ci mostra che i “riformatori” conciliari e post conciliari nella Chiesa, sono motivati da una certa mentalità, che ritiene la distruzione della “vecchia” Chiesa come un qualcosa di “tragico, ma necessario” per la “crescita ed il rinnovamento” della Chiesa nel “mondo moderno”.
       Quali sono questi “bastioni” che dovrebbero essere abbattuti? La Madonna ha detto che il dogma della Fede sarà per sempre conservato in Portogallo. I dogmi sono di per se stessi dei bastioni di difesa della Chiesa. Ovviamente quindi, questa demolizione dei bastioni inizierà lo sottominare le definizioni dogmatiche, anche se i “nuovi teologi” neo modernisti che stanno agendo da anni proprio per questo scopo, continuano a rispettarle, almeno a parole. I dogmi possono essere sottominati in vari modi: 1) ignorarli semplicemente, e farli in pratica scomparire; 2) rimpiazzare i termini chiari con quelli ambigui — vedi l'esempio della parola “essere” con “sussistere”; 3) considerare un dogma come “teologia datata”, come nella Dichiarazione di Balamand e nelle varie affermazioni di alti prelati citati nel precedente capitolo; 4) pretendere che non esistano definizioni dogmatiche infallibili cui tutti i Cattolici sono tenuti a credere, parola per parola; e 5) per quanto riguarda il dogma della salvezza, impossibile a chi rimanga al di fuori della Chiesa Cattolica, riferirsi ai non cattolici con le parole “credenti” o “Cristiani”.
       Quali sono con precisione quei bastioni che i “riformisti” come il Cardinale Ratzinger, vorrebbero abbattere? Meglio citare un altra volta quello che predisse con precisione Papa Pio XII nei suoi commenti nei riguardi dell'imminente crisi della Chiesa:
       Sono preoccupato per il messaggio che ha dato la Beata Vergine a Lucia di Fatima. Questo insistere da parte di Maria, sui pericoli che minacciano la Chiesa è un avvertimento divino contro il suicidio di alterare la Fede, nella Sua liturgia, la Sua teologia e la Sua anima … Sento tutto intorno a me questi innovatori che desiderano smantellare la Sacra Cappella, distruggere la fiamma universale della Chiesa, rigettare i Suoi ornamenti e farla sentire in colpa per il Suo passato storico.
       Pio XII identificò i tre bastioni della Chiesa, che gli “innovatori” volevano cambiare: La Sua liturgia, la Sua teologia e la Sua anima (ovvero la Sua stessa natura). E' giusto far notare che Papa Pio XII, basandosi sul Messaggio di Fatima, così come su quello che stava osservando di persona all'interno della Chiesa di allora, parlò di smantellare, distruggere rifiutare queste cose nella Chiesa. In altre parole, “abbattere i bastioni”.
La demolizione della liturgia
       Prima del Vaticano II i Papi avevano difeso unanimemente l'antica liturgia Latina della Chiesa contro l'innovazione, riconoscendo all'immutabile lingua Latina di essere una barriera contro le eresie, come insegnò Papa Pio XII nella sua monumentale enciclica sulla liturgia, Mediator Dei. Se andiamo indietro nel tempo, vedremo come i “riformatori” Protestanti del 16° secolo non odiassero altro di più che la Messa Cattolica tradizionale in Latino, la liturgia Damasiano-Gregoriana che era stata il centro della vita della Chiesa sin dal 4° secolo (probabilmente ancora prima) fino alla “riforma” liturgica di Papa Paolo VI nel 1969.
       Per osservare questo desiderio di distruggere, questa voglia di abbattere gli antichi bastioni, non vi sono parole più adatte di quelle usate da Papa Paolo VI per spiegare la sua decisione di cancellare la Messa tradizionale in Latino, a distanza di più di 1500 anni, e di rimpiazzarla con un nuovo strano rito in vernacolo — un azione assolutamente senza precedenti e che i suoi predecessori avrebbero considerato del tutto impensabile:
       E' qui che la grande novità verrà notata, la grande novità del linguaggio. Non sarà più in latino, ma la lingua parlata sarà la lingua principale per la Messa. L'introduzione del vernacolo costituirà certamente un grande sacrificio per coloro che conoscono la bellezza, il potere e la sacralità espressiva del latino. Stiamo dipartendoci dalla lingua parlata nei secoli Cristiani; siamo quasi come dei profani intrusi all'interno della riserva letteraria dell'espressione sacra. Perderemo una gran parte di quella cosa artistica e spirituale, dalla bellezza incomparabile, quale è il Canto Gregoriano. Avremo motivi per rimpiangere questa decisione o almeno per essere perplessi. Cosa potremo mai sostituire alla lingua degli angeli? Stiamo dando via qualcosa dal valore incalcolabile. Perché? Cosa ci può mai essere di più prezioso di questi valori, tra i più elevati della nostra Chiesa?
       Esattamente, cos' è mai più prezioso di questi “valori, tra i più elevati della nostra Chiesa”? Secondo Paolo VI, è più prezioso essere apprezzati “dall'uomo moderno”, il quale è visto probabilmente dal Papa come assai ottuso ed incapace di capire le preghiere in latino contenute nel Messale Romano, anche se lo stesso Messale contiene la traduzione in vernacola di tali preghiere accanto alla versione in latino. Paolo VI, rispondendo da solo alla propria domanda, prosegue in questo modo:
       La risposta sembrerà banale, quasi prosaica. Ma è una buona risposta in quanto umana, apostolica. La comprensione della preghiera è più importante dei sontuosi vestiti in cui è regalmente vestita. La partecipazione della gente è più preziosa — in particolare la partecipazione della gente moderna, che apprezza il linguaggio semplice che possa essere facilmente compreso e convertito nel linguaggio di tutti i giorni.5
       Il discorso di Paolo VI è lapalissiano e rivelatore di ciò che è avvenuto all'intera Chiesa sin dal Concilio. I cambiamenti conciliari e post conciliari, tutti senza precedenti nella storia della Chiesa, sono il lavoro di intrusi profani, che operano per distruggere qualcosa dal valore incommensurabile, per abbattere i bastionirimasti in piedi per secoli, non solo nella liturgia sacra, ma anche negli eterni insegnamenti della Chiesa. È un caso che il Vaticano II abbia causato una devastazione senza precedenti, dato che proprio questo era il risultato che si erano prefissi i primi attori del Concilio.
La demolizione della teologia
       Il 19 dicembre 1946, sull'Osservatore Romano, Papa Pio XII (parlando contro le teorie eterodosse di modernisti del calibro di Chenu e de Lubac), ammonì che quella che veniva lodata come la “nuova teologia” avrebbe finito per sottominare la Fede stessa:
       Si fa un gran parlare (ma senza la necessaria chiarezza di concetto) di una “nuova teologia”, che sarebbe in costante mutamento, seguendo l'esempio di tutte le altre cose terrene, che cambiano costantemente e sono sempre in movimento, senza per altro mai raggiungere i loro obiettivi. Se dovessi accettare una tale opinione, cosa accadrebbe agli immutabili dogmi della Fede Cattolica; e cosa accadrebbe all'unità e della stabilità di quella Fede?6
       Come abbiamo visto, Giovanni XXIII non considerò gli avvertimenti di Papa Pio XII; al Vaticano II egli infatti riabilitò quegli stessi propugnatori della “nuova teologia”, sospettati di eresia durante il precedente pontificato di Papa Pio XII. Secondo la testimonianza di Mons. Bandas: “Non c'e' dubbio che il buon Papa Giovanni pensasse che questi teologi sospetti avrebbero corretto le loro idee ed avrebbero dato il loro contributo sincero alla Chiesa. Ma avvenne l'esatto opposto. ... La grande confusione era cominciata. Divenne subito evidente che né i Concili di Trento o del Vaticano I, né alcuna enciclica sarebbero state in grado di impedire la sua avanzata”.
       Analizziamo ora quali sono stati gli effetti della “nuova teologia” sulla Chiesa. Ad oggi, in nome del Vaticano II, ci viene detto che:
  • La Chiesa deve dialogare e collaborare con i Comunisti, i musulmani, gli eretici, gli scismatici e gli altri nemici evidenti della fede.
  • Il costante insegnamento ecclesiastico pre-conciliare contro il Liberalismo (contenuto nel Sillabo di Beato Pio Nono) e contro il Modernismo (contenuto nellaPascendi di San Pio X) — viene ormai considerato “partigiano” e datato (come afferma il Cardinale Ratzinger).
  • La Chiesa (sempre secondo il Cardinale Ratzinger) deve “cercare” di “riconciliarsi” con i princìpi della rivoluzione Francese.
  • La “Chiesa di Cristo” è un entità più grande della mera Chiesa Cattolica.
  • I protestanti e gli scismatici non devono più convertirsi e tornare alla Chiesa Cattolica per la propria salvezza, o finanche per l'unità.
       In breve, i nemici della Chiesa nei campi neo-modernisti, Massonici e Comunisti, hanno visto i loro sogni teologici divenire realtà per la maggior parte.
La demolizione dell'anima della Chiesa
       Non stava certo parlando con leggerezza il futuro Pio XII quando predisse, alla luce del Messaggio di Fatima, il prossimo tentativo di modificare non solo la liturgia e la teologia, ma anche la vera e propria anima della Chiesa — la sua essenza. Ovviamente, questo progetto non potrà mai compiersi del tutto, perché Nostro Signore ha promesso che i cancelli dell'inferno non prevarranno contro la Sua Chiesa. Ma questa promessa divina non esclude che l'elemento umano della Chiesa possa ricevere le ferite più gravi che si possano immaginare dai propri nemici, fino quasi alla morte definitiva. Fu questa previsione di tali terribili ferite inferte alla Chiesa che allarmò Papa Pio XII, specialmente alla luce della profezie di Fatima.
       E le paure più recondite di Papa Pio XII si sarebbero realizzate nel periodo post-conciliare, nel quale assistiamo al tentativo di modificare l'essenza della Chiesa da unica arca della salvezza, al di fuori della quale nessuno è salvo, al ruolo di semplice collaboratrice con altre “chiese e comunità ecclesiastiche”, con religioni non Cristiane e persino con gli atei che cercano di stabilire sulla terra un utopica “civiltà dell'amore”. In questa “civiltà dell'amore”, la salvezza delle anime dall'inferno — che non viene più nominato — è rimpiazzata da una nuova forma di “salvezza”: ottenuta attraverso la “fratellanza” mondiale e la “pace” nel mondo. Ma questo è proprio il principio ispiratore della Massoneria degli ultimi tre secoli!
       Tenendo fermo questo principio Massonico di “salvezza” attraverso una “fratellanza tra uomini” (intesa in senso secolare, non certo cristiano), molti ecclesiastici ci chiedono adesso di rispettare le varie sette scismatiche e protestanti come dei partner di questo “dialogo ecumenico” e per la “ricerca di un unità Cristiana”. Sempre su queste basi, vengono create delle “liturgie” ecumeniche congiunte tra Cattolici, protestanti e Ortodossi scismatici per dimostrare questa presunta “comunione parziale” tra “tutti i Cristiani”. A dire il vero, i promotori di questo nuovo orientamento della Chiesa Cattolica continuano a dire che Essa è la più perfetta delle chiese, ma l'affermazione che la Chiesa Cattolica è l'unica vera Chiesa, a completa esclusione di tutte le altre, è stata rigettata de facto da tutti, tranne che da un piccolo nucleo di Cattolici fedeli, che vengono ora chiamati “rigidi fondamentalisti” e “pre-conciliari”, solo perché credono in quello che i Cattolici hanno sempre creduto prima del 1965.
       Ma l'“unità Cristiana” non è solo un passo in direzione di quella unione interconfessionale in un'unica fratellanza mondiale. Mentre si appoggia questa “unità Cristiana” tramite attività pan Cristiane che i grandi Papi pre-conciliari avrebbero considerato sacrileghe, il “dialogo interconfessionale” ha fatto in modo che la Chiesa sia ora più “aperta” ai “valori” delle religioni non Cristiane, i cui seguaci non hanno ormai più il bisogno di credere e di essere battezzati per poter salvare le proprie anime. E' questa “cristianità anonima” di Karl Rahner — che in practica da ai seguaci di qualsiasi religione la possibilità, e la probabilità, di essere “Cristiani” senza neanche saperlo — ad essere ormai diventata de facto la nuova “teologia” della Chiesa. In nome di essa, vengono auspicati gruppi di preghiera pan religiosi nei quali i membri di tutte le religioni si radunano assieme per pregare per la pace e per dimostrare la loro “unità” come membri del genere umano, senza che a nessuno di essi venga ricordato che sono in una condizione di dannazione eterna senza il Battesimo, la fede in Cristo e l'appartenenza alla Sua Chiesa. Nella liturgia “renovata” del Venerdì Santo, i Cattolici (per la prima volta nella storia liturgica della Chiesa) non devono più pregare pubblicamente e chiaramente per la conversione dei non credenti nella Chiesa Cattolica, come passo fondamentale per la salvezza delle loro anime.
       Come si può ben vedere, attraverso la sostituzione del Regno Sociale di Cristo con questa “civiltà dell'amore” la Chiesa Cattolica è stata del tutto neutralizzata: essa non è più il centro dell'autorità morale e spirituale del mondo, compito che invece le era e le è proprio, in quanto consegnatole dal Suo Creatore divino.
       I teologi progressisti che hanno introdotto questo nuovo orientamento per la Chiesa hanno ormai formato due generazioni di laici e religiosi Cattolici. I lavori di Rahner, Küng, Schillebeeckx, Congar, de Lubac, von Balthasar ed i loro discepoli, sono ora i testi di insegnamento più importanti nei seminari Cattolici e nelle università. Negli ultimi 35 anni, i princìpi progressisti di questi uomini sono serviti come formazione per preti, religiosi, teologi e studenti delle università Cattoliche. Siamo quindi arrivati ad un punto in cui i prelati preferiscono la teologia di Rahner a quella di San Roberto Bellarmino, tanto per fare un esempio, che è Santo e Dottore della Chiesa, oppure di San Tommaso d'Aquino, il più grande Dottore e tra i più grandi santi nella storia della Chiesa. Gli insegnamenti di Bellarmino e Aquino — in poche parole, l'insegnamento di tutti i Papi prima del Vaticano II — tende ad essere accettato solamente secondo l'interpretazione data da Rahner e dagli altri “nuovi teologi”. La stessa cosa si può dire per la maggior parte dei professori nelle università e nei seminari Cattolici.
       Questo tentativo di cambiare radicalmente l'anima e la teologia della Chiesa, come temeva Papa Pio XII, ha comportato non solo l' “avventura ecumenica” ed il “dialogo interconfessionale”, ma anche un infinita serie di scuse, compiute da parte del clero Cattolico di qualsiasi rango, per il “trionfalismo” della Chiesa passata, per aver affermato di essere la sola depositaria della rivelazione divina, e per i presunti peccati compiuti dai Suoi membri defunti contro altri “Cristiani” ed altre culture. Questo era esattamente ciò che Papa Pio XII predisse quando parlò di innovatori che avrebbero “fatto provare [alla Chiesa] rimorsi per il Suo passato storico”.
Si avverano le previsioni del nemico
       Cercheremo di riassumere in questo paragrafo le incredibili coincidenze tra ciò che abbiamo visto accadere nella Chiesa post-conciliare e gli obiettivi dei Massoni (come rivelato da Roca e da altri Massoni, alcuni citati dal Vescovo Graber, e dall'Istruzione Permanente) e dei Comunisti (come affermato da Bella Dodd e da altri ex Comunisti):
  • La drastica revisione della liturgia Romana a seguito di un concilio ecumenico. (Roca)
  • Un accordo raggiunto tra “gli ideali della civiltà moderna e quelli di Cristo ed il Suo Vangelo. Questo costituirà il fondamento del Nuovo Ordine Sociale ed il battesimo solenne della civiltà moderna” — in parole povere, la totale liberalizzazione del clero Cattolico in accordo a quei falsi princìpi già condannati dalSillabo di Beato Pio Nono. (Roca, Melinge, l'Istruzione Permanente dell'Alta Vendita)
  • L'esigenza di creare un “pontificato pluri-confessionale, capace di adattarsi ad un ecumenismo polivalente, come quello che vediamo oggi nelle concelebrazioni tra sacerdoti e pastori protestanti” — proprio oggi, il Papa celebra liturgie insieme a chierici Protestanti.7 (Roca, Melinge)
  • L'introduzione di un “ complesso di colpa nella Chiesa ... per marchiare la ‘Chiesa del passato’ come oppressiva, autoritaria, piena di pregiudizi, arrogante nella sua affermazione di essere l'unica depositaria della verità assoluta e responsabile per le divisioni delle religioni in tutti questi secoli”. (Dodd)
  • “L'apertura” della Chiesa al mondo e ad un modo di porsi più “flessibile” nei confronti di tutte le religioni e le filosofie. (Dodd)
  • L'uso di questo nuovo orientamento per sottominarne la Chiesa, senza comunque arrivare a distruggerla. (Dodd, Watson, i disertori Sovietici e l'Istruzione Permanente)
       Tutti questi obiettivi furono predetti dal futuro Papa Pio XII, in affermazioni collegate specificatamente ai “messaggi della Beata Vergine a Suor Lucia di Fatima” e a “questo insistere, da parte di Maria, sui pericoli che minaccerebbero la Chiesa”.
La Passione della Chiesa
       Abbiamo ora ben chiara la situazione in cui versa la Santa Chiesa in questi giorni, la passione che sta soffrendo. Ignorando insistentemente i Papi del passato, abbandonando la legittima condanna degli errori, “riabilitando” i teologi sospetti facendoli al contempo degli eroi della Chiesa, abolendo l'indice dei Libri proibiti ed il Sant'Uffizio, disfarsi di la liturgia Cattolica tradizionale — una vera e propria arma contro l'eresia — dichiarando gli insegnamenti anti-liberali di Beato Pio Nono e quelli anti-modernisti di San Pio X come “partigiani” e “datati”, e quindi in breve privando la Chiesa, brutalmente e sistematicamente, di quasi tutte le proprie difese, l'alta gerarchia della Chiesa Cattolica odierna ha abbattuto praticamente tutti i bastioni che proteggevano da sempre la Chiesa dall'infiltrazione esterna e dalla corruzione, creando così una struttura scesa ormai a compromessi, che vediamo ogni giorno sempre più collassare su se stessa in mille scandali, corruzioni, disobbedienze e perdita di fede.
       Ma i capi della nostra Chiesa continuano ad insistere che dobbiamo continuare avanti a tutto vapore in questo disastroso processo di cambiamenti, che loroammettono è responsabile per l'invasione e dell'auto-demolizione della Chiesa cui assistiamo. E' proprio per questo motivo che il Cardinale Ratzinger, molti anni dopo il Vaticano II, ha dichiarato che la Chiesa deve “abbattere i suoi antichi bastioni”.8
       Come abbiamo già dimostrato, tutto questo era stato previsto dai nemici della Chiesa. Il Vescovo Graber, commentando la crisi post conciliare, alla luce delle previsioni fatte dai Massoni sul fatto che avrebbero, alla lunga, trionfato, dichiarò:
       Se anche davanti a queste ammissioni così esplicite [da parte dei Massoni, ecc.] si continua a credere al fatto che gli eventi della Chiesa [dal Vaticano II] sono solo fenomeni marginali o difficoltà transitorie che cadranno via via da sole, allora siamo senza speranza. Ma quel che è più grave è la responsabilità dei capi della Chiesa se loro stessi sono i primi a non occuparsi di questi problemi e pensano che sia sufficiente mettere qualche pezza qua e là.9
       Ma sono proprio questi “capi della Chiesa” ad essere al centro del problema. Lasciateci ribadire ancora una volta che non è nostra intenzione affermare che qualsiasi ecclesiastico che appoggi queste nuove pratiche, come l'ecumenismo, stia agendo deliberatamente come nemico della Chiesa. Un famoso sacerdote dell' 1800, Padre Frederick Faber, fu davvero profetico nel pronunciare le seguenti parole, in un sermone memorabile tenuto durante la Pentecoste del 1861 all'Oratorio di Londra:
       Dobbiamo ricordarci che se tutti gli uomini evidentemente buoni fossero da una parte e tutti gli uomini chiaramente malvagi dall'altra, non vi sarebbe pericolo per nessuno, meno che mai per l'eletto, di venir ingannato dalle menzogne. E' purtroppo l'uomo buono, o uno che lo è stato, e speriamo lo sia ancora, che compie il lavoro dell'anticristo e crocifigge Nostro Salvatore ancora una volta ... Tenete bene in mente questa caratteristica degli ultimi giorni, e cioè che l'inganno sorge quando l'uomo di buoni princìpi viene portato sulla cattiva strada.10
       Come proveremo più avanti, gli uomini di cui parliamo in questo libro sono sulla cattiva strada. Nel voler “abbattere i bastioni” della Chiesa Cattolica imponendo il loro nuovo orientamento — o come dice il Cardinale Ratzinger il “tentativo di una riconciliazione ufficiale” con la “nuova era” iniziata dalla Rivoluzione Francese — essi si sono posti inevitabilmente in contrasto con il Messaggio di Fatima. Perché non vi è niente di più integralmente Cattolico, niente di più opposto allo spirito della “nuova era”, niente di più avverso all'ecumenismo conciliare, niente di più contrario all'abbattimento dei bastioni Cattolici, che la richiesta della consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato da parte della Vergine Maria, la conversione di quella nazione alla Fede Cattolica ed il glorioso trionfo del Cuore Immacolato in tutto il mondo in un vero Ordine Sociale Cattolico.
Il Messaggio di Fatima: L'ultimo bastione
       Da quello che abbiamo detto dovrebbe essere evidente che il Messaggio di Fatima, nella sua chiara integrità Cattolica, non può convivere con la nuova visione della Chiesa portata avanti da coloro che hanno un “desiderio di distruggere” attraverso l'“abbattimento dei bastioni”. Questa distruzione è avvenuta proprio per il vasto programma di aggiornamento intrapreso dal Vaticano II che si scontra apertamente contro le verità Cattoliche contenute nel Messaggio di Fatima.
       Nostra Signora non volle venire a Fatima per demolire i bastioni della Chiesa, ma piuttosto per esortare i membri della Chiesa a difenderli, durante la crisi che si sarebbe manifestata di li a poco. Ella non predicò “l'ecumenismo” o “il dialogo interconfessionale”, ma l'insegnamento costante ed immutabile della Chiesa, secondo il quale non vi è salvezza al di fuori di Essa. Quando la Madonna venne a Fatima, non ci dette alcuna “nuova teologia”; né alcuna “nuova interpretazione” della dottrina che potesse scontrarsi in alcun modo con il costante insegnamento del Magistero.
       Quel che vediamo nel Messaggio di Fatima sono le dottrine chiave della nostra Fede ma rinforzate, le stesse dottrine che sono state attaccate così ferocemente ai giorni d'oggi.11 Quando la Madre di Dio venne a Fatima:
  • Parlò del dogma del Paradiso;
  • Parlò del dogma dell'Inferno;
  • Mostrò ai fanciulli l'Inferno;
  • Parlò del dogma del Purgatorio;
  • Parlò del dogma della Santa Eucaristia;
  • Parlò del dogma del Sacramento della Penitenza;
  • E parlò anche, indirettamente, del Regno Sociale di Gesù Cristo, quando impartì l'ordine Celeste di consacrare la Russia al Suo Cuore Immacolato e diconvertirla alla religione Cattolica — la stessa cosa che i negoziatori del Vaticano nella Dichiarazione di Balamand hanno descritto come “ecclesiologia datata”.
Il motivo è chiaramente svelato
       In conclusione, per coloro che promuovono incessantemente questo nuovo orientamento della Chiesa, il Messaggio di Fatima non può che rappresentare un altro bastione da demolire. Ecco perché, come ci rivelò Papa Pio XII nelle sue affermazioni profetiche, i messaggi della Vergine a Suor Lucia riguardavano “i pericoli che minacciano la Chiesa”. Anche se non è rivelato in quelle parti del Messaggio di Fatima che ci è stato concesso di vedere, Pio XII parlò di un “avvertimento divino” a Fatima, nei confronti degli “innovatori che mi circondano”, i quali avrebbero portato grave danno alla Chiesa tramite “il cambiamento della Fede, nella Sua liturgia, la Sua teologia e la Sua anima”.
       Vediamo quindi, chiaramente esposto, il movente dietro al delitto che esaminiamo in questo libro. Esiste un contrasto assoluto tra la “nuova” Chiesa creata dal Vaticano II e la Chiesa di tutti i tempi, rappresentata dal Messaggio di Fatima. Il Messaggio di Fatima è un vero e proprio posto di blocco mandato dal Cielo per fermare coloro i quali intendono abbattere i bastioni della vecchia Chiesa, affinché ne possano creare una nuova, più “illuminata”, sulle sue rovine.
       Queste due visioni della Chiesa, così diverse tra loro, — l'idea di una “Chiesa nuova” e quella di una Chiesa di tutti i tempi come quella vista a Fatima — non possono coesistere. Una deve piegarsi all'altra. Gli uomini che sono il motivo di questo libro hanno già fatto (chi implicitamente, chi esplicitamente) la loro scelta riguardo a quale di queste due visioni, secondo loro, debba governare. Essi hanno scelto quella nuova — il nuovo orientamento della Chiesa cominciato a Metz ed al Vaticano II. In quella scelta risiede il loro motivo, e solo avendolo bene in mente possiamo veramente capire le loro azioni, altrimenti inspiegabili, compiute contro il Messaggio di Fatima.
       Mettendo da parte per un momento il problema dei motivi soggettivi di coloro che promuovono questo nuovo orientamento — motivi che parlano da soli, per mezzo delle affermazioni che abbiamo documentato più su — non si può negare che le loro azioni siano oggettivamente scandalose, suicide per la Chiesa (in senso figurato ovviamente) e dannose per milioni e milioni di anime. Le loro azioni costituiscono un crimine, a prescindere dalle intenzioni soggettive di chi lo commette, dato che si può compiere un crimine per incuria o negligenza colposa, senza coscientemente volere danno. Perché così come è colpevole di omicidio chi lo commette anche se pensa di avere il diritto di farlo, anche coloro che hanno recato danno alla Chiesa — pur con le migliori intenzioni — sono colpevoli di un crimine contro di Essa. E' la differenza tra quella che la legge definisce la premeditazione al delitto, e la preterintenzionalità dello stesso, quando l'intenzione è quella di compiere un atto che si presume possa arrecare un danno, anche se non vi è l'intenzione soggettiva di recarlo. In altre parole, la legge punisce un atto deliberato commesso da una persona che avrebbe dovuto riflettere meglio prima di compierlo.
       Per alcune di queste persone colpevoli di tale disastro, l'intenzione può essere stata quella di un distorto senso di “illuminazione” — “compiere il male sotto guisa di bene” od un “inganno diabolico” che ha colto la leadership della Chiesa, per citare le parole di Suor Lucia stessa. In questo caso, sono uomini “ciechi che guidano altri ciechi” come disse Suor Lucia12 riferendosi a quello che Gesù aveva affermato nel Vangelo (Mt. 15:14), “i ciechi conducono i ciechi”. Vi e' anche il caso del cieco che si rifiuta di ammetterlo. Alcuni di questi uomini infatti, sono convinti di stare agendo per il bene della Chiesa, anche se è manifestamente errato.
       Ad ogni modo, dimostreremo che gli accusati sono, oggettivamente parlando, colpevoli di un terribile crimine contro la Chiesa ed il mondo, per aver partecipato ad una chiara cospirazione tesa ad impedire il compimento del Messaggio di Fatima. Che sia Dio a giudicare la loro anima. Ma che le loro parole e le loro azioni, tuttavia, possano venire giudicate dalla storia.
       Le azioni di questi uomini possono essere giudicate sulla base degli insegnamenti infallibili propri della Chiesa, i quali (come abbiamo dimostrato) essi stessi hanno apertamente dichiarato “datati” o “da correggere”, secondo il modo di pensare “moderno” e della “nuova teologia”. I risultati di questa deviazione dagli insegnamenti infallibili sono malvagi, come dovrebbe esser chiaro per tutti vista l'attuale condizione della Chiesa. I Cattolici devono saper discernere il male dal male quando lo vedono, piuttosto che pretendere che sia “bene” solo perché alcune figure autoritarie gli dicono così. “Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene ...” (Isaia 5:20)
       Passeremo ora ad esaminare il motivo di queste reazioni da parte dell'apparato Vaticano tese a seppellire il Messaggio di Fatima una volta per sempre.

NOTE
1) Vedi, analisi statistica del sacerdozio su L'Osservatore Romano, 13-20 agosto 1997, e “The Index of Leading Catholic Indicators”, The Latin Mass, inverno 2000, che fornisce un gran numero di dati provenienti dall' Annuario Statistico della Chiesa del Vaticano e da altre fonti simili.
2) Cardinale Ratzinger, Principles of Catholic Theology, p. 391.
3) Idem, p. 390.
4) Idem, p. 391.
5) Discorso all'udienza del 26 novembre 1969.
6) Citato da “Il Tomismo e la Nuova Teologia” di David Greenstock, The Thomist, ott. 1950.
7) Vedi per esempio “Joint Catholic-Lutheran Vespers at Vatican”, CWNews.com, 13 novembre 1999: “Gli arcivescovi G.H. Hammar e Jukka Paarma — primati Luterani rispettivamente di Svezia e Finlandia — ed i Vescovi Anders Arborelius di Stoccolma e Czeslaw Kozon di Copenhagen, si sono uniti al Santo Padre per i Vespri. Erano presenti alla cerimonia diversi altri vescovi Luterani della Scandinavia, tra cui due donne vescovo.” Allo stesso modo, all'inizio del Giubileo, Papa Giovanni Paolo II ha aperto le Porte Sante di San Paolo Fuori le Mura insieme all'Arcivescovo Anglicano Carey ed il Metropolita scismatico Athanasios. I rappresentanti di altre 20 false confessioni hanno partecipato alla cerimonia ecumenica. Vedi “I non Cattolici si uniscono al Papa nel Rito,” Los Angeles Times, 19 gennaio 2000.
8) Cardinale Ratzinger, Principles of Catholic Theology, 1987.
9) Graber, Athanasius and the Church of Our Time, pp. 170-171.
10) The Mystical Body of Christ in the Modern World, Padre Denis Fahey (Regina Publications, Dublino, prima stampa 1935) p. xi.
11) Per ulteriori considerazioni sul fatto che la Madonna di Fatima abbia rafforzato le dottrine principali del Cattolicesimo che vengono oggi negate, vedi John Vennari, “A World View Based on Fatima”, The Fatima Crusader, Primavera 2000, n. 64.
12) Vedi The Whole Truth About Fatima – Vol. III, pp. 754-758.

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